Quando ho cominciato a scrivere storie, l’ho fatto subito col botto: omicidi, accuse, sospetti, drammi.
Poi, sono passata ad altri argomenti: “Lacrime di cioccolata” parlava di disturbi alimentari, dipendenze, sofferenza per amori finiti, non sentirsi mai abbastanza e vivere di conseguenza.
Scrivere romanzi “rosa” potrebbe sembrare un ripiego, ma in realtà ho sempre cercato di affrontare temi a cui tengo e di farlo in modo leggero. Non perché siano argomenti stupidi né trascurabili, anzi. Perché ho sempre pensato che la vita sia brutta, ma anche bella. Che ci sia il dolore e la sofferenza, ma anche i sorrisi, le risate, l’amore.
Nella dimensione “rosa”, finora, ho trovato spazio per raccontare tutto questo, cercando di creare un mio stile e un mio tono di voce, anche nelle parole scritte.
Penso sia un po’ questo il filo che accomuna tutto quello che ho pubblicato finora.
Eppure, nonostante questo, la storia d’amore vince su tutto.
Il genere, vince su tutto. Quando mi chiedono “che scrivi?”, cado dalle nuvole.
E mi è capitato anche qualche giorno fa.
Mi viene da dire “romanzi rosa”, perché il genere è quello.
Storie di donne che, prima o poi, vivono una storia d’amore.
Ma ognuna delle storie ha dentro di sé altro: a volte, la storia d’amore serve a creare interesse, dare il ritmo, tenere la trama. Poi c’è anche tutto il resto da raccontare.
“Il lavoro perfetto” parla di trovare il primo lavoro della propria vita e voler dare il massimo.
Ma parla anche di mobbing, di colleghi che farebbero di tutto per metterti i bastoni tra le ruote, di inadeguatezza, inesperienza, di mollare anche quando ci sarebbe da combattere.
Ti è mai capitato qualcosa del genere? A molte persone che mi hanno scritto, sì.
Poi sì, parla anche di un ragazzo che scende dal treno e che ti offre un gelato e in una vita incasinata ti sembra la vera svolta…
“What is love” era una raccolta di racconti ambientata negli anni ’90, scritta insieme a Viviana Albanese e Sarah Arenaccio, che ripensava con nostalgia agli anni passati, tramite i personaggi dei nostri romanzi.
I miei racconti portavano Bianca de “Il lavoro perfetto” al LEGGENDARIO concerto dei Backstreet Boys nel 1999 e Matteo di “MxE” in un sogno un po’ troppo reale, a ridosso del Natale.
La raccolta di racconti, andata poi in beneficenza, non esiste più, ma quelle storie esistono ancora.
Sono partita da qui per pensare all’idea dei “Romanzi da Ombrellone”.
Tutti i miei libri self, per la prima volta insieme in un unico e-book, con i due racconti collaterali e la novella “MxB”, che dà a “MXE” il finale da sogno che meritava.
L’ho messa in preorder a 1,99 € il primo giorno, poi sarà a 3,99 €, sempre inclusa in Kindle Unlimited: https://amzn.to/43JKmxm
Cosa contiene?
• I romanzi: “Il lavoro perfetto”, “MxE”, “Vorresti essere me?”
• La novella “MxB”
• I racconti “Sposerò Nick Carter?” e “Mai esprimere desideri a Natale”, che facevano parte della raccolta “What Is Love?”.
Perché fare una raccolta e farla uscire proprio il 26?
Ho pensato a qualcosa che potesse accompagnare durante le vacanze: i cosiddetti romanzi da ombrellone, appunto.
Li scarichi e te li leggi tutti di fila, nell’ordine che vuoi: all’interno ci sono anche le indicazioni per evitare spoiler o non rovinarsi le sorprese.
Per chi mi conosce già, non è niente di nuovo.
Per chi non mi ha mai letta, è l’occasione per cominciare!
Esce il 26 giugno, per festeggiare il mio compleanno.
Così, quest’estate, quando ti diranno, con aria snob, che leggi solo “romanzi da ombrellone”, potrai rispondere che è vero, abbassare gli occhi e dimenticarti di tutto il resto.
Non puoi perdere tempo a spiegare, se devi leggere!
E poi c’è “MxE”.
“MxE” parla di cosa succede quando la vita ti si ribalta in un attimo.
Ti è mai capitato?
Racconta di come sia difficile chiedere aiuto e rendersi davvero conto che non si può tornare indietro, che ci si deve ricostruire comunque, recuperando la propria dignità e superando i pregiudizi. Sì, anche nei confronti di un compagno di scuola che ti ha traumatizzato per tutte le scuole superiori, anche se ti sembra l’ennesima sfida da superare.
Per finire, c’è “Vorresti essere me”.
Che, ti avviso, è molto diverso da come sembra.
Perché tratta di solitudine, abbandono, odio verso il mondo, parla di libri e lettura, di un patto assurdo e oneroso, di delusione e di vendetta.
E poi sì, parla anche d’amore.
Ma forse, non è quello che ti salva. Leggi bene tra le righe.